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News ‘Ndrangheta

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‘Ndrangheta, blitz in varie regioni: 54 arresti. C’è anche l’attore Stefano Sammarco

Obiettivo del Ros e dei carabinieri di Roma e Reggio Calabria presunti affiliati alla cosca Molè, una delle più potenti, con ramificazioni in tutta Italia e all’estero. Sequestrati beni per un valore di 25 milioni di euro di GIUSEPPE BALDESSARRO

ROMA – Criminale sul set dove recitava la parte del “malacarne” della periferia romana e criminale anche nella realtà. C’è anche Stefano Sammarco, attore di fiction, tra le 45 persone arrestate nella maxi operazione del Ros dei carabinieri scattata all’alba di stamattina. Tutti personaggi legati ai clan dei Molè di Gioia Tauro e dei Mancuso di Limbadi (Vibo Valentia) operativi nel traffico di droga e di armi, ma con addentellati importanti anche nel business delle slot machine. Sammarco, in particolare, è considerato dalla Dda di Reggio Calabria, “figura apicale dell’organizzazione” e “responsabile della piazza di spaccio di Civitavecchia”. Un gruppo di ‘ndrangheta che negli ultimi anni si era radicata oltre i confini calabresi con propri uomini in grado di controllare vere e proprie parti del territorio laziale.

Dal carcere il boss Girolamo (Mommo) Molè era in grado di far arrivare all’esterno indicazioni ed ordini precisi ai propri affiliati. Le sbarre del 41 bis, infatti, venivano superate con l’uso di un codice alfa-numerico, applicato a libri come lo “Zahir” di Paolo Coelho o “Va dove ti porta il cuore” di Susanna Tamaro. In altri termini il padrino consegnava le indicazioni fatte di numeri e lettere ai familiari che lo andavano a trovare, questi poi traducevano la sequenza che faceva riferimento a righe e parole dei libri in maniera che le frasi si ricomponessero in maniera logica e compiuta. Un sistema scoperto dagli inquirenti durante alcune perquisizioni quando si accorsero che i familiari tenevano in casa gli stessi volumi che il detenuto teneva nella sua cella.

Secondo i pm della Dda reggina (l’indagine porta la firma del Procuratore Federico Cafiero de Raho, ed è stata coordinata dal sostituto Roberto Di Palma), con questo metodo i Molè erano in grado di gestire affari e alleanze,  soldi e investimenti milioniari. I boss erano in grado di rifornire le piazze romane con fiumi di droga che arrivavano nella Capitale sia dalla Calabria che attraverso il confine francese su camion dotati di sottofondo. Cocaina e hashish in quantità imponenti distribuite poi da vere e proprie filiere locali. Droga, ma anche armi.

Tra i destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere c’è anche Marino Belfiore, il corriere che nei mesi scorsi è stato arrestato dalla Guardia di Finanza sulla strada per Rizziconi, mentre con un carico di 14 kalashnikov. Il clan non aveva alcuna difficoltà ad approvvigionarsi sui mercati dell’est Europa.

L’operazione, scattata non solo in Calabria ma anche in Lazio, Piemonte e Umbria, ha consentito di scoprire anche un lucroso giro di sale da gioco nel Lazio considerate una sorta di lavanderie per ripulire il denaro del traffico di droga. I Carabinieri del Ros ha poi sequestrato beni e quote societarie per un valore complessivo di circa 25 milioni di euro. I sigilli sono stati apposti anche a due cliniche private, una a Gioia Tauro, il centro tac “Imagine System”, e una a Terni, la “Vital Dent”.
24 giugno repubblica.it

Appello, 4 anni e 5 mesi al giudice Giglio

17/06/2014

La Corte ha, in sostanza, accolto le richieste del pg Laura Barbaini.L’ex consigliere regionale calabrese Francesco Morelli,condannato a 8 anni e 3 mesi

La Corte d’Appello di Milano ha condannato il giudice del Tribunale di Reggio Calabria, Vincenzo Giuseppe Giglio, e l’ex consigliere regionale calabrese Francesco Morelli, a 4 anni e 5 mesi e a 8 anni e 3 mesi, riducendo lievemente le pene inflitte in primo grado, nell’ ambito del processo con al centro le infiltrazioni della ‘ndrangheta in Lombardia. La condanna più alta è quella inflitta a Giulio Lampada, 14 anni e 5 mesi. La Corte ha in sostanza accolto le richieste del pg Laura Barbaini.

La quarta Corte d’Appello di Milano nell’accogliere in sostanza le richieste di conferma delle condanne inflitte in primo grado dal sostituto procuratore generale Laura Barbaini, riducendo nella maggior parte dei casi lievemente le pene, ha condannato Raffaele Fermino a 4 anni e 8 mesi di reclusione, il medico Vincenzo Giglio (cugino del giudice) a 7 anni di carcere, Leonardo Valle a 8 anni e 6 mesi, Francesco Lampada a 3 anni e 8 mesi, l’ex militare della Guardia di Finanza Luigi Mongelli a 4 anni e 5 mesi di reclusione, Maria Valle a 2 anni e 9 mesi di reclusione e Luciano Russo, Michele Noto e Michele di Dio, tre finanzieri assolti in primo grado, a 3 anni e 9 mesi di reclusione.
Le motivazioni dei giudici saranno depositate entro 90 giorni. Le condanne di oggi riguardano le infiltrazioni della ‘ndrangheta in Lombardia della cosiddetta ”zona grigia” al centro dell’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto di Milano, Ilda Boccassini, e dai pm Alessandra Dolci e Paolo Storari, e che nel 2011 portò agli arresti degli imputati, alcuni dei quali come Giulio Lampada, Leonardo Valle e Raffaele Firmino, sono ancora in carcere.(ANSA)

Tra le banane c’erano 100 kg di cocaina

27/06/2014

Operazione della Gdf e dell’Agenzia delle dogane. La sostanza avrebbe fruttato 21 milioni di euro

Cento chili di cocaina purissima, la cui vendita al dettaglio avrebbe fruttato 21 milioni di euro, sono stati sequestrati nel porto di Gioia Tauro dai finanzieri del Comando provinciale di Reggio Calabria insieme a funzionari dell’ Agenzia delle Dogane – Ufficio Antifrode di Gioia Tauro. La droga è stata trovata all’ interno di un container carico di banane proveniente da Guayaquil (Equador) e giunto nello scalo calabrese. L’operazione, coordinata dalla Dda di Reggio Calabria, è stata eseguita attraverso una serie di incroci documentali e controlli di container sospetti con sofisticate apparecchiature scanner. Dall’ inizio dell’anno, sono 900 i chili di cocaina sequestrati dalla Guardia di finanza in sinergia con l’Agenzia delle Dogane. (ANSA)


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